La Serie A non è mai stata così tanto in crisi finanziaria come ora. La situazione è talmente tanto complicata che si rischia il default, con squadre che non riusciranno a pagare gli stipendi e finiranno per andare in bancarotta. Questo scenario apocalittico è il risultato di una prima interruzione che ha determinato un fatturato inferiore del 50% rispetto agli anni precedenti e di una successiva ripresa delle partite, ma a porte chiuse.
Alcuni dirigenti di spicco, tra cui Agnelli, presidente della Juventus, e Marotta, amministratore delegato dell’Inter, hanno ribadito più volte come la situazione sia tragica per le proprie squadre, ma, in generale, per tutte le società di Serie A che si ritrovano a dover affrontare le stesse spese di sempre, ma con dei guadagni nettamente inferiori. Il primo problema è la mancanza di incassi derivanti dalla vendita di biglietti. Molte squadre, come la Juventus, generano introiti elevati dai tifosi, sia per quanto riguarda il biglietto della partita stessa, che durante i giorni precedenti e successivi con tutti i servizi messi a disposizione nella zona come hotel e ristoranti.
Alla mancanza di ricavi derivanti dallo stadio si aggiunge anche un problema con i diritti televisivi e gli sponsor che, proprio a causa di interruzioni e rinvii inaspettati, stanno iniziando a ridimensionare le proprie offerte, investendo di meno rispetto agli anni precedenti. A tutto questo si aggiunge anche il divieto dello stato italiano a erogare pubblicità di scommesse online, da cui le squadre hanno ottenuto profitti elevati per anni, costrette a rinunciare a questi guadagni dopo l’entrata in vigore del decreto dignità.
Quali sono le soluzioni per la Serie A?
Per superare la crisi, si stanno portando avanti diverse proposte che mirano ad agevolare la situazione finanziaria delle squadre. Anche se la richiesta di aiuti dallo stato sarebbe impensabile, date le cifre enormi generate dalle società che potrebbero facilmente salvare molti più settori indispensabili, molti dirigenti e amministratori, tra cui lo stesso Marotta, chiedono che il governo prenda maggiormente in considerazione le squadre, trovando delle soluzioni economicamente attuabili.
Una tra le proposte è quella del differimento della tassazione. Il differimento implicherebbe un rinvio del pagamento delle imposte per consentire alla squadre di continuare a operare senza la forte pressione fiscale del governo che ogni anno incassa circa 1 miliardo di euro in tasse dal mondo del calcio.
Altra soluzione richiesta da diversi rappresentati delle squadre è un annullamento provvisorio del decreto dignità per poter reintrodurre pubblicità e sponsor di betting. È evidente che la mancanza di queste introiti ha un peso notevole sulle squadre, e dato che attualmente non possono accogliere tifosi negli stadi, rimane una delle soluzioni più pratiche e attuabili.
Infine, un’ultima proposta è quella dell’abbassamento degli stipendi. Nonostante ciò, questo comporta vari problemi contrattuali. Molti giocatori, infatti, potrebbero non accettare una riduzione del 20%, 30% o addirittura 50% dello stipendio.
È evidente che la Serie A necessita di trovare una soluzione per poter evitare una bancarotta che sembra sempre più vicina.