L’adroterapia è una forma di radioterapia per il trattamento e la cura di tumori spesso inoperabili o resistenti ai tradizionali trattamenti radioterapici, che dal 2017, è entrata a far parte dei Livelli Essenziali di Assistenza previsti dal Sistema Sanitario Nazionale.
A differenza della radioterapia tradizionale, che si basa sull’utilizzo di raggi X o elettroni, l’adroterapia prevede l’uso di protoni e ioni carbonio. Queste particelle atomiche (definite “adroni”, da cui deriva il nome della terapia stessa) hanno il vantaggio di essere più pesanti e dotate di maggior energia rispetto agli elettroni e di conseguenza di essere ancora più efficaci nel distruggere le cellule tumorali.
Si tratta, quindi, di una tecnologia particolarmente sofistica e che richiede la collaborazione di diversi specialisti per poter essere applicata sui pazienti oncologici. Infatti, oltre alle competenze mediche, è indispensabile il lavoro di fisici, ingegneri ed informatici per accelerare le particelle sino alla velocità necessaria per colpire, con estrema precisione, le cellule tumorali.
La nostra redazione ha incontrato Marco Pullia, fisico responsabile del dipartimento ricerca e sperimentazione di CNAO – Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, per spiegare i segreti dell’androterapia. CNAO, infatti, è l’unica realtà in Italia in grado di erogare trattamenti di adroterapia mediante l’impiego di protoni e ioni carbonio.
Ma come viene costruito e gestito un acceleratore di protoni e ioni carbonio? Le nostre telecamere sono entrate nei sotterranei del CNAO, per raccontarvi i segreti dell’acceleratore circolare di particelle (il sincrotrone), progettato e costruito da CNAO a Pavia. In questa videointervista Pullia spiega come vengono accelerate e guidate le singole particelle, per essere pronte a colpire ed eliminare, con estrema precisione, le singole cellule tumorali.
Per saperne di più su CNAO; guarda la nostra videointervista
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